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immagine mappa republica democratica del congo zaire


Kahemba

Una cittadina del sud del Bandundu, a 360 km da Kikwit, quasi sul confine con l'Angola.
E' situata su un altopiano e i fiumi che scorrono intorno ad essa si trovano a un dislivello più basso e sono molto lontani. La sorgente a cui la maggior parte della popolazione si rifornisce per avere l'acqua potabile si trova a 9,6 km di distanza verso nord. Generalmente sono le donne e i bambini che si occupano del rifornimento per la famiglia. La popolazione è estremamente povera e l'alimentazione non è molto variata. L'alimento base giornaliero è il "lukù", una specie di polenta fatta con la farina di manioca (fufù).
I tuberi della manioca, quando vengono estratti dal terreno contengono cianuro; è perciò importante trattarli in modo adeguato affinché questo veleno se ne vada. Generalmente, in tutto il Congo, i tuberi della manioca vengono lasciati a macerare nell'acqua corrente per 4-5 giorni, dopo di che vengono stesi al sole su delle stuoie per altri 5 giorni affinché il cianuro si trasformi in gas che evapora in modo che l'alimento non sia più nocivo a chi ne fa uso. A Kahemba, le pozze d'acqua che si formano durante la stagione delle piogge permettono alla popolazione un trattamento abbastanza efficace del tubero. Durante la stagione secca, però, le pozze d'acqua si prosciugano e, a causa della difficoltà della distanza per procurarsi l'acqua, i tuberi vengono messi a macerare nella stessa acqua senza ricambio che in breve diventa satura di cianuro. E' a questo momento che scoppia la malattia:

IL KONZO:
E' una paralisi spastica che colpisce soprattutto gli arti inferiori,ma se ci sono più ricadute, esso colpisce anche gli arti superiori, gli occhi e la voce e i danni sono irreversibili. E' un flagello che attacca specialmente i più deboli e cioè i bambini. Il giorno prima giocano a pallone, il giorno dopo sono lì per terra e lo saranno per tutta la vita. Nel febbraio 2009 ci siamo scontrati per la prima volta con questa terribile realtà e ne siamo rimasti scioccati. In quel momento , i malati di Konzo erano 2600 su una popolazione di 20600 abitanti, pari al 12,5%, la maggior parte di essi bambini. Dopo due stagioni secche il numero dei malati è salito a 3000 cioè, ora la percentuale si attesta al 14% della popolazione.

"Solidarietà con i bambini del Congo" si è subito attivata per trovare un rimedio a questa follia. Innanzi tutto , già a partire da Kahemba, abbiamo, scritto, insieme ad altre due associazioni presenti sul posto, una lettera d'allarme a vari grossi organismi nazionali e internazionali, come la Croce Rossa, l'OMS, La FAO, l'UNICEF, ecc . senza ottenere risposta alcuna.
Al nostro rientro abbiamo analizzato la situazione: due erano le possibilità di intervento. La prevenzione e la riabilitazione dei malati.
Fare la prevenzione significava portare l'acqua a Kahemba; cioè portare fino alla città l’acqua della sorgente distante 10 km, costruire una cisterna sopraelevata e da lì distribuirla a tutti i quartieri. Un lavoro troppo impegnativo e costoso per la nostra piccola Associazione.
Ci siamo dunque chinati sul problema della riabilitazione. Occorreva un furgoncino fuoristrada per andare a prendere i piccoli malati nelle loro case e portarli al centro di riabilitazione delle suore della "Divina Provvidenza di Crehen". Un amico generoso ci ha messo a disposizione i mezzi per acquistarlo.

Anche il sogno di rifornire d’acqua potabile la popolazione di Kahemba si è avverato grazie alla “Fondazione Renato Grandi “ di Lugano,. Sono stati studiati e approvati i progetti. La costruzione dell’acquedotto della lunghezza di 10 km è terminata nel novembre 2015 e il 18 dicembre 2015 la popolazione di Kahemba ha visto un sogno, che sembrava irrealizzabile, concretizzarsi: la prima acqua di sorgente è zampillata dai 50 rubinetti di Kahemba. E finalmente non ci saranno più nuovi casi di konzo e i bambini ancora sani potranno guardare con fiducia a un nuovo avvenire. Noi dovremo occuparci dei bambini malati e far sì che anche il loro futuro non sia troppo duro da affrontare.

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