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Scuola“Bo ta mona” per ragazzi non vedenti o Ipovedenti di Kikwit

“Bo ta mona” che significa “essi vedranno”, è stata costruita nel 1989.

Voluta dal vescovo di Kikwit, Mons. Mununu, colpito profondamente dalla vista di tanti bambini abbandonati a se stessi nei lontani villaggi della Savana, è stata realizzata grazie alle piccole offerte degli abitanti della regione del Bandundu e a un cospicuo aiuto della “Croisade des aveugles “ francese.
Rosanna, la presidente dell'Associazione, è entrata in contatto con questa struttura già dalla sua nascita ed è con “Bo ta mona” che è nata l'Associazione “Solidarietà con i bambini del Congo”. Agli inizi, la scuola aveva molte difficoltà ad accogliere i bambini dei lontani villaggi della Savana poiché non esisteva un internato in cui potessero vivere durante l'anno scolastico. Secondo il Vescovo “Mettere dei bambini handicappati in un internato significava creare dei disadattati che avrebbero poi avuto difficoltà a reinserirsi nella vita del villaggio.”
Rosanna ha proposto allora di trovare delle famiglie abitanti nelle vicinanze di “Bo ta mona” disposte ad ospitare i piccoli non-vedenti: lei avrebbe trovato, grazie alla sottoscrizione di padrinati, i mezzi per sostenere finanziariamente queste famiglie affidatarie.
Così è stato. Ora i ragazzi non-vedenti o ipovedenti, che possono seguire i corsi scolastici in braille e prepararsi a un futuro dignitoso, sono una sessantina.

Le “familles d'accueil” si prendono cura con amore dei ragazzi che ospitano. Parlano di loro con orgoglio e ne vantano la bravura a scuola o nella comunità.

Terminata la scuola dell'obbligo all'interno della struttura per non-vedenti, i ragazzi, che vogliono continuare gli studi, sono inseriti in scuole secondarie regolari, affiancati da educatori che li aiutano a prendere appunti e a trasferire dal “Braille” all'alfabeto corrente ciò che scrivono in modo che il docente possa dare una valutazione oggettiva del loro apprendimento e delle loro capacità.
Nel 2008 Tshopo ha superato gli esami di maturità liceale a pieni voti, risultando il migliore di una classe di vedenti.
Ha poi continuato gli studi al conservatorio di Kinshasa, studi che ha terminato nel giugno 2013.

Dopo di lui, altri ragazzi hanno finito con successo il liceo: due ragazze sono diventate insegnanti e ora lavorano alla scuola Bo ta mona.

5 studiano all’università: diritto, economia, lettere, giornalismo, relazioni pubbliche.

Per chi non è dotato negli studi (anche perché alcuni di questi ragazzi arrivano alla scuola con un grande ritardo) dopo la scuola dell'obbligo, ci sono a “Bo ta mona diversi “ateliers” in cui i ragazzi e le ragazze possono seguire un apprendistato: ceramica, tappeti intrecciati, “cannage”, ecc. Così quando il/la giovane cieco/a rientra al villaggio d'origine conosce un mestiere che gli/le permetterà di guadagnarsi da vivere dignitosamente.

Il progetto ha molto successo e il numero dei bambini che si iscrivono alla scuola aumenta di anno in anno.

I primi anni, i genitori avevano grosse difficoltà a trovare un mezzo di trasporto per rimandare i bambini a Kikwit alla fine delle vacanze scolastiche. Spesso c'erano ragazzi che arrivavano solo verso Natale.
Una volta, una ragazzina di 12 anni ha percorso a piedi , accompagnata da un fratello, 200 km impiegando una settimana.
Ci si è subito attivati e, grazie alla generosità di due Ticinesi, nel 2003 si è potuto dotare la scuola di un'auto fuoristrada che da allora ha facilitato molto il rientro a casa e il ritorno all'istituto in occasione delle vacanze. Ora è piena di acciacchi ma fa ancora il suo dovere: la domenica porta il coro e l'orchestra dei bambini a cantare e a suonare nelle varie parrocchie di Kikwit e dei villaggi vicini.

immagine bimbo cieco vai alla galleria fotografica Botamona